La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una malattia caratterizzata da dolori diffusi. È conosciuta anche col nome di ”malattia invisibile” perché tutte le indagini risultano negative e il paziente appare sano. La fibromialgia appare come una sindrome dei tempi moderni. La fibromialgia è molto frequente soprattutto nelle donne, ma può manifestarsi anche in bambini o anziani, e si caratterizza per un andamento progressivamente invalidante che incide negativamente sulla qualità di vita ed ostacola significativamente anche l’attività lavorativa. L’origine della malattia non è ancora chiara ma si pensa che in essa vi sia una importante amplificazione delle sensazioni dolorose dipendente da un’alterazione del modo in cui il cervello elabora i segnali del dolore con un coinvolgimento di sostanze, come serotonina e adrenalina, che nel sistema nervoso centrale regolano la percezione del dolore. La difficoltà di diagnosi è prevalentemente legata al fatto che questi sintomi dolorosi non sono collegabili a cause patologiche di natura infiammatoria. Tra gli eventi causali vi possono essere traumi di natura fisica o psicologica e tutte le quotidiane forme di stress. La fibromialgia (FMS) è una condizione di difficile gestione nei sistemi sanitari di tutto il mondo e anche nel mondo occidentale vi è un crescente ricorso anche a trattamenti complementari ed integrativi (CIM) come la medicina ayurvedica. Nelle fonti l’Ayurveda non inquadra la fibromialgia in modo specifico ma descrive un quadro sintomatologico molto simile in ”vatavyadhi”.

La newsletter propone la lettura di uno studio clinico, tra i pochi disponibili, condotto in Germania che ha concluso che, in casi di fibromialgia grave trattati con terapia ayurvedica, confrontata con la terapia convenzionale, la gestione multidisciplinare ayurvedica (fisioterapia di gruppo, idroterapia, terapia termale, terapia psicosomatica, esercizio aerobico, esercizio in piscina, educazione alla terapia cognitivo comportamentale, terapia occupazionale, e terapia specifica del dolore) ha mostrato miglioramenti significativi sulla qualità di vita e sui sintomi secondari (dolore, percezione del dolore, depressione, ansia e qualità del sonno). Lo studio suggerisce che la terapia ayurvedica non è inferiore al trattamento convenzionale nei pazienti con FMS grave. La newsletter, prendendo spunto dall’articolo in evidenza propone a seguire una panoramica della visione e della gestione ayurvedica delle fibromialgia proponendo una sintesi delle evidenze di effetto delle singole discipline: consigli di vita, massaggio, panchakarma, esercizio fisico, yoga, meditazione respirazione, sonno, alimentazione.

 

La fibromialgia

Il termine ”fibromialgia” deriva dal latino, fiber, che in questo contesto significa ”tessuto fibroso”, dal greco mioos, “muscolo” e algos, ”dolore” e quindi il termine significa letteralmente ”dolore muscolare e del tessuto connettivo”. [1]

La fibromialgia (FMS: Fibromyalgia syndrome), un tempo conosciuta anche come ”fibrosite” (William Gowers, 1904) è una condizione cronica di dolore diffuso, rigidità e sensibilità di muscoli e tendini che si accompagna a sonno agitato, risvegli notturni, sensazione continua di stanchezza, ansia, depressione e disturbi della funzione intestinale. [2]

Da un punto di vista fisiopatologico la fibromialgia rappresenta un’anomalia poiché si manifesta con dolore diffuso che non dipende da accertate cause patologiche infiammatorie. Si tratta di una condizione ancora non del tutto compresa e in alcuni casi non accettata dalla medicina convenzionale. [1]

Secondo gli studi epidemiologici sulla popolazione mondiale la stima della prevalenza del CWP (Chronic widespread pain) oscilla dal 7% all’11% e quello della sindrome fibromialgica (FMS) è compresa tra 1% e 5%. [3]

La fibromialgia colpisce prevalentemente le donne (oltre l’80% delle persone colpite sono donne) di età compresa tra 35 e 55. Meno comunemente, la fibromialgia può colpire anche uomini, bambini e anziani. Può manifestarsi indipendentemente o può essere associata a un’altra malattia, come il lupus sistemico o l’artrite reumatoide. La prevalenza della fibromialgia varia nei diversi paesi. [2]

A causa della fibromialgia i pazienti soffrono angoscia considerevole per la loro condizione vivendola come una menomazione della loro qualità di vita, con conseguenti e notevoli costi diretti e indiretti sociali per malattia. [3]

Dal venti al cinquanta per cento questi pazienti lavorano poco o non lavorano nonostante siano negli anni di massima produttività. I pagamenti di invalidità vengono ricevuti dal 26% -55% dei pazienti con FM rispetto alla media nazionale americana del 2% dei pazienti che ricevono pagamenti di invalidità per altre cause. [5]

La FM rappresenta il più grande motivo di disabilità nella donne in Norvegia. I costi dell’assistenza sanitaria sono tre volte superiori tra i pazienti affetti da FM rispetto ad altri gruppi. [5]

Pazienti e i medici curanti sono spesso allo stesso modo delusi dai risultati del trattamento. [3]

La classificazione e il trattamento di questa sindrome si presentano come complesse questioni controverse, non solo all’interno delle società di specialità mediche, ma anche tra pazienti e le loro famiglie. Molti reumatologi, neurologi, e specialisti del dolore, così come molti pazienti, considerano la sindrome fibromialgica (FMS) come una malattia associata a cambiamenti patologici nei muscoli e nel tessuto connettivo in presenza anche di anomalie funzionali del sistema nervoso centrale.[3]

In linea con questa concezione neurobiologica, la European League Against Rheumatism (EULAR), un comitato di esperti composto principalmente da reumatologi, ha espresso come raccomandazione terapeutica esclusivamente il trattamento con farmaci [3], tuttavia molti specialisti in medicina psicosomatica concettualizzano il complesso dei sintomi di FMS come un tipo di disturbo somatoforme [3], mentre molti psichiatri lo vedono come un tipo di disturbo affettivo. [3]

Per questi motivi queste categorie di specialisti raccomandano la psicoterapia o una terapia con farmaci psicotropi sostenendo il fatto che la fibromialgia non sia determinata da processi di natura reumatica che coinvolgono muscoli e tessuto connettivo. [3]

Molti pazienti tuttavia rifiutano una riduzione di questa condizione a cause puramente somatiche. Dall’esame di circa 8000 pubblicazioni uno studio ha concluso che questo disturbo è definito dai suoi sintomi e segni, piuttosto che da qualsiasi coerente identificazione di lesione corporea; il termine ”sindrome fibromialgica” è un’altra definizione appropriata di ”fibromialgia”. La FMS è stata definita secondo i criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) ed è attualmente classificata come sindrome somatico funzionale. La FMS viene diagnosticata sulla base della tipica costellazione dei sintomi e dall’esclusione di malattie infiammatorie e metaboliche che potrebbero causare gli stessi sintomi. [3]

In generale l’approccio terapeutico prevede la decisione congiunta di medico e paziente sulle opzioni di trattamento consigliato tra le quali vi sono esercizio aerobico, amitriptilina, terapia cognitivo comportamentale, ricorso a medicine alternative come l’Ayurveda. La fibromialgia è una delle sindromi più comuni che colpiscono i muscoli che portano a dolore cronico e disabilità in assenza di infiammazione dei tessuti, pertanto, nonostante il dolore corporeo potenzialmente invalidante, i pazienti con fibromialgia non sviluppano danni o deformità del corpo. La fibromialgia non causa danni agli organi interni del corpo e per questo motivo la fibromialgia è diversa dalle condizioni francamente reumatiche (come l’artrite reumatoide, il lupus sistemico e la polimiosite) in cui l’infiammazione dei tessuti è la principale causa di dolore, rigidità e debolezza di articolazioni, tendini e muscoli e può portare a deformità articolari e danni agli organi interni o ai muscoli. [2]

La FMS non provoca degenerazione delle articolazioni ed il dolore che provoca non deve essere confuso con quello dei tessuti molli causato dalla sindrome del dolore miofasciale che coinvolge in gran parte un singolo muscolo o gruppo muscolare. [2]

I criteri diagnostici specifici della FMS includevano negli anni’90 la presenza di dolore diffuso per almeno tre mesi, che colpisce entrambi i lati del corpo, sia sopra che sotto la vita, nonché la presenza di almeno 11 dei 18 punti della specifica scala di valutazione del dolore stabiliti nel 1990 dall’l’American College of Rheumatology (trigger points). Tuttavia non esistendo esami ematochimici o esami per immagini che orientino il medico specificamente alla diagnosi di fibromialgia (questi test vengono eseguiti per escludere altre possibili diagnosi) attualmente la diagnosi di fibromialgia viene effettuata esclusivamente su basi cliniche, sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo del medico secondo criteri (attualmente meno rigidi) riassumibili in dolore diffuso della durata di almeno tre mesi e nessun’altra condizione sottostante che potrebbe causare il dolore. [2]

Anche se non esiste uno specifico esame del sangue per la fibromialgia, gli esami del sangue sono importanti per escludere altre condizioni mediche. Pertanto, i livelli di ormone tiroideo e di calcio nel sangue sono utili per escludere ipercalcemia, iperparatiroidismo e ipotiroidismo. Il livello di fosfatasi alcalina nel sangue (un enzima osseo) è spesso aumentato nei pazienti con malattia ossea di Paget. Il livello di CPK (un enzima muscolare) è spesso elevato nei pazienti con polimiosite, una malattia con infiammazione muscolare diffusa. Pertanto, la valutazione di fosfatasi alcalina e livelli ematici di CPK può aiutare il medico a decidere se la malattia di Paget e la polimiosite siano le cause dei dolori ossei e muscolari. Un esame emocromocitometrico completo (CBC) e esami del fegato aiutano nella diagnosi di epatite e altre infezioni. Il livello di vitamina D nel sangue può indicare un’insufficienza di vitamina D. [2]

La fibromialgia può manifestarsi da sola o in associazione con altre condizioni reumatiche sistemiche. Le condizioni reumatiche sistemiche si riferiscono a malattie che possono causare infiammazione e danni a numerosi tessuti e organi del corpo. Le condizioni reumatiche sistemiche associate alla fibromialgia includono il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la polimiosite e la polimialgia reumatica. Gli esami del sangue che sono utili per valutare queste malattie, quando si sospettano, includono la velocità di eritrosedimentazione (ESR), l’elettroforesi delle proteine sieriche (SPEP), l’anticorpo antinucleare (ANA) e il fattore reumatoide (RF). Nei pazienti con fibromialgia senza malattie sistemiche associate, gli esami del sangue ESR, SPEP, ANA e RF sono generalmente normali. [2]

Secondo le recenti evidenze scientifiche la sindrome fibromialgica (FM) sarebbe quindi una condizione che deriva da una disfunzione del sistema nervoso centrale, che causa, come affermato in Fibromialgia and Chronic Myofascial Pain Syndrome, A Survival Manual [6], ”risposte ritardate, inappropriate ed esagerate del sistema nervoso autonomo a stimoli interni per cause anche passate da tempo”. Questa condizione determinerebbe quindi un’iperattività dei nervi interferendo con la fisiologica funzione e causando un’ampia gamma di sintomi. Uno dei sintomi più diffusi è il dolore cronico diffuso, spesso descritto come allodinia, in cui il paziente avverte la percezione di dolore derivante da uno stimolo che normalmente non sarebbe doloroso. Molti pazienti confondono questo dolore con i dolori muscolari dell’influenza. [5]

Un altro dei sintomi più compromettenti della sindrome fibromialgica è l’affaticamento cronico che può essere così grave che i pazienti trovano difficile o impossibile eseguire le attività più semplici, come alzarsi dal letto o masticare il cibo. Problemi cognitivi, come linguaggio confuso, disorientamento e reazione ritardata, completano la tripletta dei sintomi della fibromialgia più frequenti. Le condizioni coesistenti comuni includono ansia, depressione, disturbi del sonno, mal di testa, vertigini, sensazione di testa vuota, sindrome delle gambe senza riposo (RLS), disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM), sindrome dell’intestino irritabile (IBS), prurito della pelle e molti altri. Molte persone con fibromialgia sono altamente sensibili al tatto, all’olfatto, al suono (il ronzio delle luci fluorescenti, ad esempio, può causare mal di testa e irritabilità), alla luce e molte hanno persino sensibilità elettromagnetica, diventando tese, nervose, incapaci di dormire. La maggior parte di questi sintomi è sempre presente a vari livelli, ma i pazienti spesso percepiscono anche un aumento dei sintomi medi giornalieri come in forma di ”riacutizzazione”. [5]

I sintomi possono peggiorare con l’attività giornaliera, il clima freddo o umido, l’ansia e lo stress. [7]

La causa della fibromialgia è sconosciuta, sebbene attualmente si ritenga che trovi origine in un trauma grave, fisico o emotivo come fattore scatenante per l’esordio dei sintomi. Dopo l’evento scatenante iniziale, lo stress si comporterebbe come amplificatore. La fibromialgia non è una condizione autoimmune. Le scansioni cerebrali mostrano una maggiore percezione del senso di dolore ad una minore digitopressione su specifici punti corporei dei pazienti con fibromialgia rispetto ai soggetti di controllo. Gli studi mostrano anche che i pazienti con fibromialgia hanno livelli più alti del normale di alcuni neurotrasmettitori coinvolti nella elaborazione del dolore, come la sostanza P (SP), il fattore di crescita nervosa (come facilitatore di SP) e il glutammato. Gli studi hanno anche dimostrato una mancanza di sostanze neurochimiche che inibiscono il dolore, come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina. La sostanza P ha anche dimostrato di disturbare il sonno quando è presente in quantità anormalmente elevate. [5]

I pazienti con fibromialgia sono comunemente trattati nel mondo occidentale con farmaci che includono analgesici, antidepressivi, farmaci per dormire, rilassanti muscolari e farmaci anti-ansia. Attualmente, tre farmaci sono approvati dalla FDA per il trattamento della fibromialgia. Due di questi farmaci influenzano i livelli di serotonina e norepinefrina nel cervello. L’altro funziona nella fibromialgia bloccando l’iperattività in eccesso delle cellule nervose coinvolte nella trasmissione del dolore. [5]

Con i farmaci, i pazienti possono trovare sollievo per un po’, ma questi trattamenti pongono una serie di problemi di eventuali effetti collaterali a breve o a lungo termine. [5]

 

L’ayurveda e la gestione della fibromialgia

Anche per la gestione della fibromialgia è crescente nel mondo occidentale il ricorso alle Medicine non convenzionali o Tradizionali come l’Ayurveda sulla base delle evidenze tradizionali confermate da una crescente disponibilità di studi scientifici. Nella gestione della fibromialgia l’Ayurveda può contribuire positivamente grazie alla globalità del suo approccio che come noto prevede l’utilizzo di erbe, composti minerali, regimi dietetici, fisioterapia (e chirurgia) in associazione anche con lo yoga per cercare di stabilire un’armonia all’interno del corpo. L’Ayurveda utilizza anche la pressione Marma su specifiche regioni sensibili del corpo e questi trattamenti possono essere palliativi, purificanti o consentire anche l’eradicazione della malattia. [1]

Secondo l’Ayurveda la fibromialgia può essere descritta come un disturbo”Mansa Dhatugat”(che coinvolge il tessuto muscolare) e”Mansavrut Vata”(squilibrio di vata che coinvolge il tessuto muscolare). [1]

La fibromialgia viene quindi percepita come causata da un principale squilibrio di Vata il cui aggravamento destabilizza il sistema nervoso e può creare ipersensibilità che porta a dolore e debolezza inoltre il concorso dell’accumulo di Ama (tossine) e di Sroto-avarodha (blocco dei canali corporei) contribuiscono alla genesi del disturbo. [1]

L’Ayurveda individua l’aggravamento di Vata dosha e l’accumulo di Ama (tossine) come le cause primarie di questa sintomatologia che dovrebbero essere trattate con priorità oltre ad affrontare gli eventuali problemi intestinali così come gli effetti dello stress cronico. Partendo dall’inquadramento della fibromialgia come malattia ”vatavyadhi” l’Ayurveda quindi si concentra sia su Vata samshamana (riequilibrio) che su samshodhana (purificazione) che vengono viziati a causa dell’accumulo di ama (tossine) e per questi motivi la gestione ayurvedica della fibromialgia include una combinazione di terapie Panchakarma, farmaci interni, dieta rigorosa e modifiche dello stile di vita. Gli interventi di pre-purificazione, in particolare “Snehan” (Oleazione / Massaggio) e “Swedan” (Sudorazione), sono molto utili per bilanciare “Vata” e per eliminare le tossine e specifiche miscele di erbe possono essere aggiunte al vapore per un ulteriore miglioramento di effetto. [1]

La prospettiva ayurvedica prende in considerazione molti fattori che possono essere coinvolti nel dolore cronico e nella debolezza associati alla condizione di fibromialgia. Questi fattori non sono sempre gli stessi per ogni individuo. Tuttavia, in generale, l’Ayurveda, considera l’aggravamento di Vata dosha (dovuto a margavarodha) e l’accumulo di Ama (tossine) come le cause primarie della fibromialgia che può essere catalogata in vātavyādhi (malattie causate principalmente da Vāta Dosha viziato). [2]

Vātavyādhi sono malattie di natura cronica e imprevedibili, difficili da curare, che coinvolgono principalmente il sistema muscolo-scheletrico e il sistema nervoso, ma col tempo colpiscono anche uno o più tessuti aggiuntivi. Nei testi antichi Vātavyādhi è descritta come il manifestarsi di una varietà di sintomi e segni possibili e mutevoli tra cui dolore, rigidità, contrattura, affaticamento, perdita graduale di movimento e disturbi mentali e questa descrizione è notevolmente simile alla moderna descrizione della fibromialgia. Secondo l’Ayurveda la patogenesi di Vātavyādhi ha origine nel tratto gastrointestinale (anna vaha srota) e poi si dirama attraverso i madhyama rogamarga (i canali medi del processo patogeno della malattia) in particolare ai tessuti muscolari (mamsa dhatu) e ai loro canali corrispondenti. L’immediata dolenzia al tocco anche leggero sui muscoli (sparshasahyata) è una caratteristica unica della malattia. La malattia ha un decorso cronico con malessere, anoressia, pesantezza del corpo, nausea ed anche febbre intermittente che sono causa della progressiva disabilità dei pazienti. [2]

La comprensione Ayurvedica della fibromialgia come Vātavyādhi può essere spiegata analizzando in essa il coinvolgimento dei dosha e di Ojas.

Pitta è il principio del fuoco. È molto intelligente e motivato al successo. Governa la digestione. È volitivo, naturalmente competitivo e mira alla perfezione. Maya Tiwari dice: ”I Pitta invitano nella loro vita quanti più stimoli riescono a racimolare e richiedono sempre un perfetto funzionamento dai loro corpi”. [8] Secondo la teoria psicologica della personalità (Theory of personality: Allport and Odbert,1936) la ”personalità di tipo A” è un ottimo esempio di pitta. Quando la ricerca della perfezione diventa un’ossessione, pitta perde facilmente il sonno. Un sonno regolare e di qualità è estremamente importante per i pazienti con fibromialgia. Quando pitta è sbilanciata, è irritabile, giudicante, impaziente e facilmente arrabbiato. Pitta è il dosha coinvolto nell’infiammazione, quindi quando pitta aumenta, aumenta anche l’infiammazione. [5]

Vata è il principio dell’aria e dello spazio. È amorevole e spirituale. Governa il sistema nervoso. Promuove la creatività e la flessibilità, la felicità e la gioia. È molto mobile con un elevato senso del tatto e rapide fluttuazioni di energia. Ha una natura delicata, sensibile e consapevole. Vata è incline a insonnia, diarrea e costipazione, perdita di acutezza sensoriale, incoerenza del linguaggio e spesso ha una cattiva circolazione. Quando la mente vata è sbilanciata, è facilmente distratta, fatica nel concentrarsi e cadere in esaurimento. È incline a preoccuparsi, e prova paura, ansia e insicurezze. Quando vata è stanco, piuttosto che riposare, preferisce usare stimolanti per andare avanti (Tiwari). Gli stimolanti riducono ulteriormente l’energia di vata, facendo sì che vata richieda ancora più stimolanti. Tremori e spasmi sono spesso causati da uno squilibrio di vata, che potrebbe spiegare i sintomi di RLS. Il dolore cronico è un segno di vata sbilanciato. La tensione muscolare, la lombalgia e la sciatica sono anche dovute a vata aggravata, e sono condizioni che molti pazienti con fibromialgia spesso riferiscono. [5]

Kapha è il principio della terra. È pesante e ostinato. Kapha può aumentare come effetto collaterale l’aggravamento di vata / pitta della fibromialgia, manifestandosi con depressione, compiacimento e aumento di peso. [5]

Ojas è l’energia essenziale del corpo, o”ciò che rinvigorisce. [9] ”Conosciuto anche come il”fluido della vita”, è l’essenza di tutti i tessuti corporei e contiene in sé il potere del ringiovanimento. Dopo la digestione e l’assimilazione, ojas è ciò che resta. Nutre tutti i tessuti del corpo. Quando ojas è abbondante, l’immunità è alta. Quando l’ojas è carente, si materializzano debolezza, affaticamento e, infine, la malattia. Le persone con fibromialgia devono costruire ojas per aumentare la salute. Erbe speciali come l’Ashwagandha contengono elevate quantità di ojas. Anche il mantra e la meditazione sono una parte importante per generare ojas. [5]

Dalla sintesi di cui sopra è facilmente deducibile come gli squilibri dei dosha interessati rappresentino”la tempesta perfetta”per il paziente con fibromialgia. Secondo l’Ayurveda quindi la manifestazione fisica della fibromialgia può essere probabilmente causata da un prevalente squilibrio vata guidato da una mente pitta. Una disfunzione del sistema nervoso è perpetuata da un eccesso di vata e aggravato dall’intensità di pitta. I pazienti con fibromialgia dovrebbero prendere in considerazione la riduzione di vata per ridurre i sintomi fisici, mentre dovrebbero imparare i modi per calmare gli squilibri di pitta nella mente al fine di prevenire l’attivazione del ciclo che può causare futuri eventi scatenanti. Come anticipato i trattamenti convenzionali occidentali per il dolore prevedono l’uso di antidolorifici da banco e da prescrizione, rilassanti muscolari e talvolta anche interventi chirurgici. L’Ayurveda vede il dolore come uno squilibrio di vata, a volte aggravato da uno squilibrio di pitta quando è coinvolta l’infiammazione. L’Ayurveda propone una vasta disponibilità di rimedi per alleviare il dolore e gestire i sintomi della fibromialgia in individui pitta-vata con uno squilibrio di uno o entrambi questi dosha e tiene primariamente conto che ogni persona ha una costituzione molto personalizzata che deve essere tenuta in considerazione. [5]

Di seguito vengono proposti i razionali di alcuni rimedi ayurvedici per il trattamento della fibromialgia ed una sintesi delle evidenze cliniche disponibili che ne dimostrano l’efficacia.

 

Alcuni consigli ayurvedici per la gestione della fibromialgia

Vivi nella natura: il contatto con la natura calma il sistema nervoso e diminuisce vata. Gli ambienti freschi e umidi sono ideali per i tipi vata-pitta. Fai una passeggiata in un parco, in spiaggia o vicino a un lago. Inizia a coltivare un tuo orto o occupati di uno di quelli dei tuoi vicini o di un orto comunitario. Conserva fiori freschi nel tuo spazio vitale. Movimento: pratica yoga, fai una nuotata, fai una passeggiata. Anche solo 5-10 minuti di stretching yoga delicato, strutturato e in stile Vinyasa possono alleviare il dolore. La dolcezza raffredda pitta e calma vata. Il focus sulla struttura dà alla mente pitta un obiettivo su cui lavorare, mentre il movimento continuo dello stile vinyasa dà alla mente vata, facilmente distratta, qualcosa su cui rimanere concentrati. Diminuisci l’infiammazione: quando pitta è alta, aggiungi erbe e cibi anti-infiammatori alla tua cucina. La curcuma è un’ottima spezia antinfiammatoria. L’aloe vera allevia anche l’infiammazione del tratto digerente ei suoi effetti sono anti-pitta. Il tè della radice di ricino è una sostanza antinfiammatoria ed è usato per trattare molti disturbi vata. [5,10] Rimani idratato: la disidratazione aumenta l’infiammazione. Evita il freddo, il ghiaccio e le bevande ghiacciate: Sembrerebbe logico pensare che il ghiaccio e il freddo raffredderebbero il fuoco intenso di pitta, tuttavia, la digestione che pitta controlla ha bisogno di un po’di fuoco. Troppo freddo o umido spegnerà il fuoco e rallenterà la digestione, facendo rallentare il flusso naturale di energia nel corpo e, a volte, addirittura interrompendolo. [5] Terapia del colore: Il rosso crea calore nel corpo e stimola la circolazione. Inoltre fornisce energia al tessuto nervoso. Il verde calma le emozioni e porta la felicità al cuore. Il rosso, l’arancione, il giallo e il verde aiutano ad alleviare vata e il kapha aggravati, ma la sovraesposizione può aggravare la pitta. Il blu ha un effetto calmante e rinfrescante sul corpo e sulla mente. Il viola porta il risveglio della consapevolezza. Il blu e il viola alleviano il pitta e kapha aggravati, ma un uso eccessivo può aggravare il vata. [5,10] Terapia delle gemme: L’ametista aiuta a controllare il temperamento emotivo ed è utile per gli squilibri di vata e pitta. La pietra di luna calma la mente e la sua energia rinfrescante aiuta ad alleviare i disturbi di vata e pitta. Le perle sono utilizzate per la guarigione e la protezione contro la rabbia. Lo zaffiro blue e viola ha un effetto neutralizzante su vata ed aiuta in malattie come la sciatica, il dolore neurologico e tutti i disturbi vata. [5] Esci dalla tua testa: aiutare gli altri o fare volontariato diminuisce la pitta. [5] Routine: è importante che i pazienti con fibromialgia stabiliscano una routine. I soggetti vata-pitta hanno più bisogno di stabilità. Per aiutare a ridurre vata-pitta quando possibile, svegliati tra le 5:30 e le 6:00; fai colazione tra le 7:30 e le 8:00, pranzo dalle 11 alle 12 e cena tra le 18:00 e le 19:00; vai a letto tra le 22:00 e le 23:00. La regolarità dell’orario del coricarsi è fondamentale per stabilire per un sonno di qualità. [5] Le stagioni: L’autunno e l’inverno, quando le temperature sono fredde e l’aria è secca e ventosa, sono i periodi in cui la vata si aggrava facilmente. Vestiti in modo caldo e mangia cibi caldi, umidi e leggermente oleosi. Evita frutta secca e cibi ad alto contenuto proteico. In estate, evita cibi caldi, piccanti e pungenti che aggravano pitta. Stai lontano dalla luce solare diretta a mezzogiorno quando è più caldo. [5] Diminuisci gli stimoli: quando non necessari spegni la TV, il telefono, il computer e tutti gli altri dispositivi elettronici perché la stimolazione dell’elettronica, compresi i loro ronzii e le frequenze emesse, aumentano vata. [5]

 

L’importanza del massaggio nella fibromialgia

Molti studi hanno dimostrato che il massaggio è efficace nella gestione del dolore, dell’ansia e della depressione nella fibromialgia. [11]

Abhyanga è un tipo di massaggio ayurvedico che utilizza olio caldo e pressioni e gesti molto specifici. Viene spesso eseguito da due persone su una. Nell’impossibilità di sottoporsi ad Abhyanga, il regolare auto massaggio con olio è analogamente vantaggioso. Secondo l’Ayurveda, il massaggio con olio dona tono e vigore ai dhatus (tessuti) del corpo. Il massaggio nella direzione delle fibre muscolari allevia gli spasmi muscolari, la tensione e il dolore. [5]

Dal punto di vista delle evidenze il massaggio è una delle più antiche terapie curative utilizzate da migliaia di persone di anni. [1,34]

È considerata una terapia complementare negli Stati Uniti ed è una delle più popolari in Europa. [1]

I pazienti in genere valutano l’esperienza come soddisfacente o piacevole, il che potrebbe essere il motivo per cui è così popolare, in particolare tra quelli con fibromialgia. [1]

Un articolo ha valutato il massaggio come la seconda migliore terapia alternativa per i pazienti con fibromialgia. [1,35]

Il massaggio viene inquadrato come applicazione della manipolazione sistematica ai tessuti molli del corpo a scopo terapeutico. [1]

Si ritiene che il massaggio possegga efficienze sia fisiologiche che psicologiche, i cui effetti sono altamente interattivi. [1]

L’effetto fisiologico può essere di natura meccanica o riflessa. [1]

Uno studio conclude che i pazienti con fibromialgia che hanno ricevuto interventi medici alternativi hanno espresso la massima soddisfazione nei casi in cui è stato utilizzato un massaggio ”delicato” e meno profondo. [1,36]

Gli oli topici massaggiati sulla pelle possono ridurre l’intensità del dolore. Gli oli ”caldi”, sia per la temperatura che per le loro qualità, sono spesso usati per rilassare i muscoli, tuttavia si deve prestare attenzione all’uso di oli caldi in quanto, come noto, il calore aumenterà pitta. [5]

Nello specifico caso della fibromialgia troveranno indicazione d’uso, secondo la prescrizione del medico ayurvedico, tutti gli oli medicati specifici per gli squilibri prevalenti di vata e di pitta. [5]

Tra gli oli ”base” l’olio di sesamo ha effetti utili a vata, l’olio di cocco ha effetti utili per pitta, l’olio di girasole è utile per pitta, l’olio di sandalo applicato con il massaggio possiede qualità nervine calmanti ed aiuta a rinfrescare corpo e mente e, come curiosità, risulta particolarmente utile per alleviare i sintomi di pitta squilibrati in relazione a rabbia e ostilità posizionandone una goccia sulla zona del ”terzo occhio” tra le sopracciglia, nonché su gola, sterno, ombelico, tempie e polsi. [5]

Uno studio condotto presso il Maharishi Ayurveda Health Center in Norvegia ha incluso Abhyanga in uno specifico trattamento della fibromialgia ottenendo riduzione a lungo termine (6 mesi) dei sintomi della sindrome. [12]

In uno studio clinico condotto in Brasile nel 2012 Abhyanga somministrato in pazienti con fibromialgia, in cui era stato accertato un disquilibrio energetico del biotipo (dosha) Vata, ha contribuito a migliorare la qualità di vita alleviare la sintomatologia di dolore e della depressione. [13]

Nel 2013 uno studio condotto per valutare in generale gli effetti dei trattamenti panchakarma nei disordini muscoloscheletrici ed in particolare in vatavyadhi ha concluso che Abhyanga, condotto con Bala Taila, Dasamula Taila, Narayana Taila, Kshirabala Taila e Sahacharadi Taila trova indicazione per la gestione del dolore in pazienti con fibromialgia. [14]

Nel 2017 uno specifico studio condotto su Ksheerabala Taila ha suggerito nelle sue conclusioni che questo olio medicato contribuisce a ridurre l’infiammazione e il dolore delle articolazioni e quindi può essere quindi è benefico coadiuvante nelle malattie degenerative come l’osteoartrite inoltre supporta la forza dei muscoli e ne aumenta la vitalità provvedendone alla necessaria nutrizione così come alle ossa; per questi motivi Ksheerabala Taila, anche tramite Abhyanga, viene ritenuto utile come coadiuvante nel prevenire l’atrofia muscolare, la perdita di massa muscolare e nella fibromialgia. [15]

 

Ruolo di Panchakarma nella fibromialgia

Come noto in Ayurveda Panchakarma è il termine che indica cinque procedure indipendenti di disintossicazione per purificare i canali del corpo, di supporto in molte terapie. Attraverso shodhana e shamana obiettivo di Panchakarma è quello di desaturare il corpo dalle tossine che impedirebbero l’assorbimento di medicinali a base di erbe e di eliminare ama accumulato nei canali, per ristabilire l’equilibrio tra i fattori causali di base: dosha-dhatu-mala [16]. Ruolo di Panchakarma, che si dimostra efficace nella gestione della fibromialgia [1,12,33] è principalmente quello di cooperare alla globalità dell’approccio ayurvedico, alla riduzione le tossine circolanti ed accumulate nei vari organi per ”liberare spazio” a sostanze nutrienti e farmacologicamente attive (fitomedicinali) che consentano un fisiologico riequilibrio dello stato di salute. Il massaggio è evidenziato in primo piano in tre studi [1,37] (che è parte integrante della terapia Panchakarma, che è attualmente molto popolare per effetti ”ferma tempo”, per il trattamento di disturbi artritici, disturbi neurologici e disturbi collegati ad errato stile di vita) e mostra in diversi studi i suoi effetti per la gestione della fibromialgia. [1,38] Uno studio di follow-up di 6 mesi (poi continuato nel 2012 in un secondo studio [33]) presso il Maharishi Ayurveda Health Center in Norvegia impiegando Panchakarma ha rilevato, in pazienti con fibromialgia, miglioramenti statisticamente significativi nella capacità lavorativa (limitata dai sintomi della FM), dolore, stanchezza, rigidità, stanchezza all’aumentare del mattina e ansia. Il 18% dei pazienti non aveva quasi sintomi al punto finale. [5,12,33] In un complicato caso clinico l’approccio ayurvedico ha dimostrato di poter essere applicato con sicurezza anche in condizioni difficili; una donna tedesca di 45 anni è stata curata al Babe Ke Ayurveda College & Hospital, Daudhar, Moga, in un quadro complicato di lipidema e di fibromialgia; la paziente ha ricevuto procedure Panchakarma, come Rooksha Swedana, Virechana, Vasti e Nasya per 6 settimane e ha mostrato un miglioramento significativo su vari segni e sintomi. [17]

 

Effetti dell’esercizio fisico nella fibromialgia

Uno degli interventi più studiati e comprovati per gestire i sintomi della fibromialgia è l’esercizio fisico. Esistono più di 75 studi che supportano l’importanza dell’esercizio fisico per la fibromialgia [5,18].

Molti studi dimostrano che l’esercizio regolare, di intensità da bassa a moderata nel tempo riduce il dolore, migliora l’umore, ha un effetto positivo sulla qualità del sonno e aumenta l’energia e il benessere generale nei pazienti con fibromialgia. [5]

L’esercizio in modalità mista si è dimostrato più efficace del solo stretching. Tuttavia, quando un paziente soffre, spesso l’ultima cosa che vuole provare è il movimento fisico e l’Insorgenza ritardata di dolore indotto dall’esercizio fisico nei pazienti con fibromialgia è comune [5]; molti pazienti con fibromialgia possiedono una personalità perfezionista, di tipo ”A” (Theory of personality) e per questi ultimi può essere allettante anche l’esagerare nelle fasi iniziali dell’esercizio. Nei casi di fibromialgia la guarigione del corpo è rallentata dalla mancanza di un sonno profondo e ristoratore. I pazienti che approcciano l’esercizio fisico dovrebbero iniziare molto lentamente con durate d’esercizio brevi e di intensità leggera per garantire un tempo di riposo e di recupero sufficiente tra le sessioni [5,19].

Quando il paziente inizia a sentirsi più forte, è possibile aggiungere gradualmente più intensità e / o durata. L’ottimizzazione dell’equilibrio tra esercizio e recupero è di fondamentale importanza per evitare effetti dannosi legati allo stress e ottenere una funzionalità ottimale in pazienti con dolore cronico [5,20].”

 

Lo Yoga per la fibromialgia

Lo yoga è un antico sistema indiano di scienza, arte e filosofia. Va ben oltre il movimento fisico più conosciuto nel mondo occidentale moderno. Come definito da B. K. S. Iyengar significa un ”equilibrio dell’anima che consente di guardare la vita in tutti i suoi aspetti in modo uniforme.” [5,21]

Lo yoga utilizza un percorso in otto rami per unire corpo, mente e spirito. Tra questi otto rami sono incluse le pratiche di osservanza, postura (asana), controllo del respiro, concentrazione e meditazione. Lo stretching delicato derivante da asana yoga, è consigliato ai pazienti con fibromialgia soprattutto nelle fasi iniziali di approccio ad un programma di esercizi fisici. Secondo l’American College of Rheumatology, ”La ricerca mostra che terapie delicate basate sull’esercizio fisico del corpo, tra cui il Tai Chi e lo yoga, possono alleviare i sintomi della fibromialgia”. Le terapie di movimento meditativo come lo yoga sono terapie alternative fortemente raccomandate per la fibromialgia. [5,22]

Uno studio di 8 settimane sugli effetti dello yoga sui sintomi della fibromialgia in 10 partecipanti che hanno soddisfatto i requisiti dello studio ha mostrato un miglioramento del dolore, della fatica, del sonno, dell’ansia e della depressione. [5,4]

Un altro studio su 11 partecipanti con fibromialgia ha riscontrato un miglioramento significativo nello stato di salute generale dei partecipanti e nei sintomi di rigidità, ansia e depressione. Sono stati osservati miglioramenti significativi anche nel numero di giorni in cui i pazienti”si sono sentiti bene”e nella riduzione del numero di giorni”mancato dal lavoro”a causa della fibromialgia. [5,23]

I risultati di un altro studio su 22 pazienti con fibromialgia suggeriscono che un intervento di yoga può ridurre il dolore e la tendenza alla ”catastrofizzazione” e aumentare l’accettazione del dolore e della consapevolezza. [5,24]

Ci sono molti studi che dimostrano l’efficacia dello yoga nella gestione della depressione e dell’ansia. Uno studio su donne di età compresa tra 30 e 40 anni ha rilevato che due mesi di lezioni bisettimanali di 90 minuti hanno ridotto significativamente la depressione e l’ansia. I ricercatori hanno attribuito i punteggi alla capacità dello yoga di aumentare la consapevolezza e la fiducia del corpo in generale. [5,25]

Un altro studio che confrontava brevi sessioni di posture yoga seguite da riposo supino (savasana) con il solo riposo supino ha scoperto che il movimento yoga seguito dal riposo migliorava significativamente la memoria ed era quasi quattro volte più efficace nel diminuire l’ansia rispetto alla stessa quantità di tempo di solo riposo supino. [5,26]

Diciassette uomini e donne con diagnosi di depressione maggiore unipolare in remissione parziale hanno mostrato riduzioni significative di depressione, rabbia, ansia e sintomi nevrotici dopo 20 lezioni tenute da insegnanti senior di Iyengar yoga. [5,27]

Le evidenze disponibili convergono sulla conclusione che una pratica yoga regolare possa migliorare significativamente i sintomi della fibromialgia. [5]

Man mano che il paziente si rafforza con una pratica coerente e una migliore consapevolezza del proprio stato fisico, può gradualmente iniziare ad aumentare l’intensità della sua pratica yoga per mantenere il corpo e la mente stimolati senza essere sopraffatti. [5]

Quando lo yoga venga utilizzato in caso di fibromialgia, oltre a tener presente le esigenze individuali di ogni singolo paziente, si dovranno tener presente alcune linee guida generali. Una persona con fibromialgia dovrebbe iniziare lo yoga lentamente. Hennard [23] consiglia che lo yoga per la fibromialgia debba iniziare con cinque minuti di lavoro sul respiro per calmare e centrare la mente inoltre il paziente dovrebbe essere guidato nel mantenere la concentrazione sul controllo del respiro e nel riconoscere quando stia spingendo o forzando la posa piuttosto che rilassarsi in essa. Poiché i pazienti con fibromialgia tendono a vivere in un costante stato di ”combatto o scappo”, il lavoro sul respiro e le asana dovrebbero rimanere calmi, fluidi e centrati. Il ”nadi shodhana”, o respirazione a narici alternate, viene consigliato poichè riequilibra il sistema nervoso autonomo. [5,22]

I piegamenti in avanti aiutano a calmarsi. Le posizioni di apertura del torace promuovono l’accettazione e il coraggio che possono essere molto utili nell’affrontare i sintomi della fibromialgia e le pose di flessione all’indietro sono utili per calmare il sistema nervoso e per ridurre i sintomi della depressione oltre che per ridurre pitta. Il dottor Lad consiglia di piegare la schiena per alleviare l’insonnia e i disturbi mentali. [5,10]

Molti pazienti con fibromialgia hanno problemi di equilibrio. [5,28]

Le pose in equilibrio in piedi come vrksasana aiuteranno a migliorare l’equilibrio, rafforzare il ”nucleo” e creare un senso di radicamento. Uno studente di yoga con fibromialgia potrebbe aver bisogno di aumentare inizialmente la forza prima che le posizioni in piedi possano essere eseguite comodamente. [5]

In caso di fibromialgia dovranno essere valutati con molta attenzione i movimenti di inversione come salamba sarvangasana (supporto per le spalle), sirsasana (supporto per la testa) e persino pieghe in avanti come Uttanasana. Sempre secondo Lad [10] i movimenti di inversione aiuterebbero a calmare il sistema nervoso e in particolare Shalambhasana sarebbe utile per contrastare la rabbia e l’emicrania mentre Hennard [23] in caso di fibromialgia sostiene che siano controindicate poiché l’aumento del flusso sanguigno al cervello può innescare mal di testa o emicrania, vertigini e / o stordimento se il paziente è incline a questi sintomi. Inoltre, le inversioni possono aggravare pitta. [5,23]

Una volta che il corpo e i sensi sono stati calmati dalle asana e dal lavoro sul respiro, 5-10 minuti di meditazione guidata con la colonna vertebrale eretta possono essere utili per dare alle sensazioni di rilassamento e calma della mente un effetto più duraturo e per aiutare il paziente nell’accettazione di dolore. [5]

Per il miglior effetto di savasana è importante che il paziente con fibromialgia si senta a proprio agio per tutta la durata dell’immobilità. Un cuscino o una coperta sotto le ginocchia allevierà il disagio alla schiena e ai talloni. Una coperta o un tappetino extra forniranno un’ammortizzazione extra se la durezza del terreno o del pavimento aggrava i sintomi. Un cuscino per gli occhi può aiutare a calmare i sensi ancora di più se la luce entra nella stanza dall’esterno. [5]

L’impostazione per l’esercizio dovrebbe essere di intensità moderata per pitta e tranquilla per vata [5,29] e lo yoga offre entrambe queste possibilità raffreddando i fuoco pitta e l’aggressività mentre i saluti al sole sono vata riducenti. In caso di fibromialgia le sessioni di yoga dovrebbero essere tenute in ambienti con luci più tenui rispetto al solito, la temperatura dovrebbe essere leggermente calda ma non eccessivamente calda; troppo calore infatti può infiammare pitta e indurre il paziente a ”spingere” e diventare irritabile con la conseguenza non solo di dolore muscolare ma anche di innescare una riacutizzazione della fibromialgia che può durare più a lungo del tipico giorno (o due) di dolore muscolare. La sede principale di pitta è il plesso solare. Le asana che influenzano il plesso solare sono matsyasana, navasana, ustrasana, shalabhasana, danurasana e i saluti alla luna. Hennard suggerisce che i soggetti pitta evitino le inversioni. [5]

La sede principale di vata è la cavità pelvica. Le asana che allungano i muscoli pelvici aiutano a calmare i soggetti vata, come i piegamenti in avanti, i piegamenti della schiena, le torsioni spinali, halasana, ustrasana, bhujangasana, shalabhasana, gatto / mucca. Ustrasana e shalabhasana sono raccomandati per ridurre entrambi i dosha. Nella visione ayurvedica per i pazienti con fibromialgia è raccomandato anche l’esercizio in acqua poiché raffredda pitta e facilita i movimenti di muscoli e di articolazioni. [5]

 

La meditazione per la fibromialgia

La capacità di gestire lo stress e mantenere una mente calma gioca un ruolo enorme nell’essere in grado di convivere con la fibromialgia. Un modo per calmare la mente è praticare regolarmente lo yoga e la meditazione. Una pratica regolare di yoga e meditazione aiuterà enormemente la capacità dei soggetti con fibromialgia di ascoltare il proprio corpo e riconoscere quando è necessario riposarsi o interrompere un’attività. Uno studio che ha utilizzato la tecnica di neuroimaging ha visto una diminuzione del 40-50% nella reattività del cervello al dolore dopo cinque mesi di meditazione trascendentale. [5,30]

 

L’importanza della respirazione nella fibromialgia

Come affermano gli autori di Fibromyalgia and Chronic Myofascial Pain Syndrome, A Survival Manual,”La corretta respirazione è il primo requisito per una salute ottimale.”[5,6]

La respirazione profonda è un modo importante e semplice per gestire i sintomi della fibromialgia. Il pranayama, o controllo del respiro, è un altro degli otto rami dello yoga. Deriva da due parole: prana e yama. Prana ha diversi significati inglesi, inclusi respiro, vita ed energia Yama significa ”controllare”. Quindi pranayama significa letteralmente controllo del respiro. [5,31]

La pratica regolare del pranayama creerà un rilassamento mentale più coerente e consentirà ai tessuti di ricevere un nutrimento adeguato, attraverso anche la respirazione corretta, con miglioramenti notevoli della qualità della vita. Il dolore e l’ansia spesso causano una respirazione superficiale ed una delle prime cose che accade quando si è stressati è un cambiamento nel ritmo del respiro che diventa superficiale e irregolare, facendo diventare il corpo più teso, aumentando così il dolore, la sensibilità e l’affaticamento. [5]

Un modo semplice ed efficace per controllare il respiro è semplicemente ”osservarlo” mentre entra ed esce. Trascorrere qualche minuto prima di coricarsi a praticare questa forma di meditazione può migliorare la qualità del sonno. [5]

Vasant Lad, nel suo libro ”The complete book of Ayurvedic Home Remedies” , consiglia una tecnica di respirazione facile per lasciar andare la rabbia. Afferma: ”Nel momento in cui emerge la sensazione, esaminala. Supponiamo che sia una sensazione di rabbia. Fai un respiro lungo e profondo, lascia che tu senta la rabbia ed espira. Dai alla sensazione la totale libertà di esprimersi dentro di te, in modo che tu la guardi chiaramente e la senta. Inspira ed espira. Presto si dissolverà da solo. ” [5,32] Un altro tipo di lavoro sul respiro, lo shitali pranayama, raffredda il pitta. Lad dice: ”Crea un tubo con tua lingua; respira profondamente attraverso la bocca e nella pancia; trattieni il respiro per alcuni secondi; espira attraverso il naso. Fai circa 12 ripetizioni”. [5,32]

 

L’importanza del sonno nella fibromialgia

La fibromialgia impedisce ai pazienti di entrare nelle fasi profonde del sonno nelle quali vengono prodotti e rilasciati ormoni fondamentali per i processi di guarigione e riparativi dell’usura quotidiana. Per questo motivo, le persone con fibromialgia devono fare tutto il possibile per ottenere un sonno profondo, continuo e di qualità. I tè alla camomilla e alla lavanda possono aiutare a indurre un sonno rilassante. Strofinare un olio appropriato sulla pianta dei piedi, prima di andare a letto, è lenitivo e favorisce un sonno ristoratore; ad esempio olio di cocco, menta piperita ed eucalipto rinfrescano pitta. Il massaggio del corpo con olio calma il sistema nervoso centrale, riducendo la sensibilità nervosa, facilitando un sonno più profondo e quindi alleviando il dolore. Il massaggio serale con olio sarebbe particolarmente consigliato alle persone con costituzione vata. [5] ”Una persona di costituzione pitta può trarre beneficio dal dormire sul lato opposto alla fonte della luce solare che può aggravare pitta. [5,10]

 

L’importanza del cibo nella fibromialgia

Vi sono molte correlazioni tra ciò che i testi medici suggeriscono che i pazienti con fibromialgia dovrebbero e non dovrebbero mangiare e ciò che l’Ayurveda raccomanda per la nutrizione vata-pitta. Si sconsiglia ai pazienti con fibromialgia di consumare cibi nel gruppo della famiglia delle solanaceae: peperoni, patate, pomodori e melanzane. [5]

In Ayurveda, melanzane e pomodori sono considerati verdure regressive per vata-pitta, così come funghi, cipolle, cavolini di Bruxelles e bietole. Nello studio norvegese [12,33] sugli effetti dell’Ayurveda sulla fibromialgia, un certo numero di prodotti alimentari è stato trovato incompatibile con alcuni partecipanti. È interessante notare che questi alimenti includevano grano (nel 97% dei soggetti), maiale (97%) e uova (94%) 12. L’incompatibilità del grano è stata invertita utilizzando la curcuma. La curcuma ha proprietà antinfiammatorie, che suggeriscono il potenziale per la sensibilità del grano nei pazienti con fibromialgia. Sono necessari ulteriori studi su questo argomento. [5]

Le persone con fibromialgia, con il suo squilibrio vata, dovrebbero fare del loro meglio per evitare tutto ciò che stimola il sistema nervoso. In cima alla lista degli stimolanti da evitare ci sono caffeina, alcol, sostanze chimiche, conservanti e nicotina. Come affermato in ”Fibromialgia and Chronic Myofascial Pain Syndrome, A Survival Manual” , ”Quando accendi una sigaretta, accendi anche il tuo sistema nervoso autonomo”. [5,6]

L’Ayurveda consiglia inoltre di mangiare lentamente, in silenzio, con consapevolezza. Vata dovrebbe evitare cibi crudi e freddi e optare invece per cibi caldi e cotti. I soggetti Pitta dovrebbero limitare l’assunzione di sale, evitare l’eccesso di olio e mangiare cibi non piccanti con qualità rinfrescanti, come ad esempio il cetriolo e l’anguria. [5]