L’AYURVEDA “PER LA BELLEZZA DEI CAPELLI”

Journal of Ayurveda and Integrated Medical Sciences | Mar – Apr 2018 | Vol. 3 | Issue 2

DANDRUFF – AYURVEDA MANAGEMENT FOR BETTER HAIR CARE 

Kavita Daulatkar

Cenni sul concetto di bellezza in Ayurveda

Il valore della “bellezza” e le conoscenze “per raggiungerla e mantenerla” attraverso l’impiego di erbe, minerali e prodotti di origine animale sono antiche come l’esistenza umana.

Come noto l’Ayurveda non separa il concetto di bellezza fisica dal concetto di bellezza e benessere spirituale ma le considera un tutt’uno da raggiungere e conservare in una visone estetica globale; dal punto di vista costituzionale ayurvedico la Bellezza dipende direttamente da Prakriti (costituzione corporea), Sara(predominanza strutturale), Sanhanan (compattezza del corpo), Twak (completamento della pelle), Praman(misurazione) e Dirghayu lakshyana (sintomo di lunga vita); secondo l’ayurveda la bellezza contribuisce anche alla stabilità psicologica contribuendo alla fierezza e alla fiducia in se stessi. [1]

La cosmetologia ayurvedica si fonda su osservazioni molto profonde individuandone le primarie origini già nel grembo materno e tradizionalmente valorizza i benefici della “continuità” di interventi quotidiani come dinacharya e come ratricharyaritu charya con erbe medicinali e minerali per il raggiungimento ed il mantenimento della bellezza. [1]

Il totum olistico fisico-energetico della “bellezza” è già ben chiarito in Charaka in cui si narra della bellezza femminile che può migliorare con l’incontro dell’uomo adatto, che analogamente può migliorare se stesso quando è in perfetta simpatia fisica e psichica con la partner ideale; nei testi classici la bellezza femminile è da sempre valorizzata come una virtù fonte di “ricchezza” e “abbondanza” riconducendosi al concetto che la “creazione” dipende dalle donne. [1]

In Rasa-bandha, un genere letterario poetico (lirico) dell’antica letteratura Indiana si ritrovano già definizioni del concetto di bellezza della donna descritta con il termine “kalinee” cosi come anche in testi di farmacopea e antica scienza farmaceutica (Rasasala); le caratteristiche di “kalinee” sono ben descritte ad esempio in Rasaratna samuchachaya opera alchemica Indiana scritta in sanscrito probabilmente tra il tredicesimo ed il sedicesimo secolo e che descrive anche i benefici cosmetologici dei materiali minerali.[1]

A titolo di curiosità, secondo questi testi “alchemici”, in mancanza di “kalinee” questa poteva essere ottenuta con la somministrazione di un “Karsa” (3 mg di zolfo purificato) insieme a ghee per ventun giorni continuativi. (White, David Gordon, 1996).[1]

Charaka samhita ha classificato numerose droghe cosmetiche (come Varnya, Kustagna, Kandugna, Bayasthapak, Udardaprasamana, Brahmi) e molti “lepam” (impiastri) dermocosmetici sono già indicati in Sushruta Samhita e Asthanga hridaya per l’abbellimento di pelle, capelli, denti, unghie.[1]

La dieta tuttavia ha un ruolo speciale nel migliorare e mantenere la bellezza di un individuo (anche dei capelli) ed uno dei fondamenti della visione ayurvedica cosmetologica e del raggiungimento e mantenimento della bellezza, è che a rendere una persona brutta e malata sia l’accumulo di materiali tossici nell’organismo e che Sodhana (purificazione / detossificazione) sia il modo migliore per l’eliminazione di tossine dal corpo; per questi motivi le procedure di panchakarma sono impiegate per il benessere della pelle, che è uno dei principali indicatori della condizione generale dell’individuo. [1][1] Hazra J, Panda AK (2013) Concept of Beauty and Ayurveda Medicine. J Clin Exp Dermatol Res 4: 178. doi:10.4172/2155-9554.1000178

Come noto secondo l’Ayurveda, le funzioni del corpo umano sono regolate da un sistema di “canali” chiamati (Srotamsi), comprendenti strutture sia microscopiche sia macroscopiche come ad esempio il sistema respiratorio, quello circolatorio, quello riproduttivo e nervoso e quello linfatico (i gangli linfatici rappresentano delle vere e proprie centrali di depurazione dell’organismo).

Questi canali rappresentano le “vie” attraverso le quali si attuano innumerevoli processi psico-biologici come la produzione di enzimi, la secrezione di neuro-trasmettitori, la regolazione ormonale, la capacità respiratoria, l’assimilazione/eliminazione digestiva, l’immuno regolazione, che sono processi fondamentali per il benessere e la bellezza.

Tutti questi processi agiscono ritmicamente ed in concerto tra loro nel regolare la fornitura di nutrienti, la filtrazione di tossine, l’escrezione di rifiuti, oltre ad assolvere a numerose altre funzioni.

Attraverso gli “srotas” proprio i materiali di scarto, se non sufficientemente metabolizzati ed eliminati, possono accelerare i fenomeni di invecchiamento e diventare causa di malattia depositandosi in zone “più deboli” del corpo rese tali da fattori genetici o più comunemente, dallo stile di vita (es. scelte alimentari non salutari), dallo stress o da influenze ambientali.

“Ama” (i materiali tossici: comunemente le tossine) quando non adeguatamente trasformati ed eliminati possono offuscare la normale intelligenza cellulare psico-biologica e diventare causa di malattia e di scadimento della bellezza, quindi “panchakarma” viene ritenuto l’approccio ideale come preventivo per il mantenimento del corpo sano e per mantenere l’ottimale funzione cellulare oltre ad essere ritenuto curativo in condizioni di patologia.

L’ulteriore elemento fondamentale per mantenere la bellezza, ad esempio della pelle, è l’acqua; essa origina negli strati epidermici più profondi e risale ad idratare le cellule dello strato corneo della pelle ed in parte si disperde attraverso l’evaporazione. Resta quindi fondamentale il ruolo della corretta idratazione della pelle e gli interventi Snehana e Swedana contribuiscono ad idratare la nostra pelle; inoltre si ritiene che Snehana e Swedana non solo possano inibire la perdita di acqua trans-epidermica ma anche sostenere la barriera lipidica e ripristinare la componente amino-lipidica della pelle rafforzandone le strutture protettive.

Per questi motivi l’Ayurveda consiglia da sempre, oltre all’impego di sostanze naturali o minerali specifiche, una dieta abbondantemente vegetariana e l’assunzione di molta acqua per mantenere bellezza e giovinezza.

In generale l’Ayurveda raccomanda prodotti naturali per la bellezza in cui predominino gli effetti nutrienti (lipidici), idratanti e detossinanti ed antiossidanti.

L’articolo in breve

In Ayurveda i capelli hanno una importanza di primo livello, essi infatti hanno un impatto rilevante sulla funzionalità dell’intero corpo. Il loro colore, la lunghezza ed il loro aspetto determinano una differenza significativa da persona a persona e possono influenzare la sfera della sicurezza psicologica e dell’autostima.

Da sempre in India sia gli uomini che le donne hanno dato molto importanza alla cura dei capelli e così la medicina ayurvedica ha sviluppato nei secoli una serie di interventi specifici per mantenerli sani, lunghi e luminosi con tecniche specifiche e preparazioni prevalentemente erbali con finalità rivitalizzanti ed energizzanti.

Solo a titolo di esempio citiamo il noto Kesa Abhyanga che attraverso anche alla pratica di Shiro abhyanga (massaggio alla testa) e Pichu (impacchi caldi con taila) aiuta a mantenere in buona salute i capelli.

Gli effetti di Kesa abhyanga non sono solo rivolti al mantenimento della sola struttura pilifera (aminoacidi solfati/cisteina) ma più profondamente anche ai Romakoopa (bulbi piliferi); lo speciale massaggio coinvolge l’intera struttura del cuoio capelluto migliorando la perfusione sanguigna responsabile dell’ossigenazione e del nutrimento dei tessuti; grazie a questo massaggio si favorisce inoltre l’eliminazione di tossine e residui di cellule morte (forfora).

Gli effetti di questo speciale intervento dinamizzante “curano” i capelli con generali effetti lubrificanti, idratanti, nutrienti, antiossidanti e a seconda delle diverse erbe impiegate (o di altre sostanze, es. argille) anche con effetti specifici (es. antibatterici / antimicotici); per questi motivi attraverso Kesa abhyanga si può ridare lucentezza ai capelli, stimolarne la crescita (Brahmi, Centella, etc), ritardare l’insorgenza dei capelli bianchi e contrastarne la caduta; con particolari formulazioni medicate è possibile poi trattare forme di dermatiti e il fastidioso disturbo della forfora.

Nel recentissimo articolo proposto (Aprile 2018) il professor Kavita Daulatkar (Dept. of Samhita Siddhant, Bhausaheb Mulak Ayurveda Mahavidyalaya, Nagpur, Maharashtra, India) illustra in modo sintetico la visione Ayurvedica per salute dei capelli concentrandosi in modo particolare sul fastidioso disturbo della forfora e su quali possano essere i modi per contrastarla.

Nell’introduzione dell’articolo viene innanzitutto premesso come fondamento che, secondo l’Ayurveda, i capelli e le unghie siano il sottoprodotto (Updhatu) del metabolismo osseo.

Sempre secondo la visione ayurvedica il tessuto osseo deve primariamente il suo stato di buona salute allo stato di buona salute del tessuto grasso che deve essere adeguatamente nutrito e mantenuto pulito (purificato) con una dieta corretta che eviti l’accumulo di tossine (purificazione attraverso la dieta); la corretta nutrizione del tessuto grasso si riflette quindi sulla buona salute del tessuto osseo e quindi successivamente su quella di capelli e unghie oltre che della pelle; le impurità del tessuto grasso provocano indebolimento della produzione del tessuto osseo e questa condizione provoca opacità e debolezza dei capelli, fragilità delle unghie e disturbi tissutali dermatologici come la forfora. In Ayurveda i follicoli piliferi sono chiamati Romakoopa.

In ayurveda la forfora è indicata come Darunaka e inquadrata come Kshudra Rogas cioè una “malattia minore” non infettiva del cuoio capelluto. Più raramente la forfora può presentarsi anche sulla faccia, orecchie, nelle pieghe del corpo, sul collo e sulla parte anteriore del torace. Il problema della forfora non rappresenta solo un disturbo di condizione fisica ma viene associata anche problemi sociali e di autostima.

Il problema della forfora nei capelli può insorgere per diversi motivi ad esempio per prevalenza di “secchezza” ma anche di “grassezza” o “freddezza”; concorrono poi altri fattori come lo stress e l’ansia ma anche, a volte, patologie come la psoriasi, la dermatite seborroica, l’eczema, l’iperattività delle ghiandole sudoripare; altri agenti ambientali come polvere, luce solare, oppure l’uso intensivo di saponi e shampoo aggressivi e persino certi tipi di cibo possono causare il problema della forfora.

Secondo lo studio il problema della forfora coinvolgerebbe prevalentemente Vata e Pitta (Prakopa) rifacendosi al coinvolgimento di Vata nel regolare secchezza della pelle (causa di forfora) tuttavia in presenza di un cuoio capelluto eccessivamente grasso (che analogamente può essere causa di forfora) si dovrebbe tenere conto dell’Influenza di Kapha con Vata.

In alcuni soggetti deve poi essere tenuta in primaria considerazione una speciale sensibilità della pelle a cambiamenti stagionali come il freddo o l’eccessivo calore o a particolari sostanze chimiche (anche naturali) contenute in cosmetici (shampoo, gel. etc.).

Sostanze come tabacco, il tè, il fumo e lo stress influiscono direttamente sulla forfora così come trattamenti cosmetici aggressivi per capelli che ne alterano la fisiologica struttura (es. il trattamento della “piega permanente” oppure la ricolorazione) poiché influiscono negativamente a vari livelli sul cuoio capelluto e sulla pelle.

Secondo la visione ayurvedica, anche questo problema, come per gran parte delle malattie, sarebbe quindi prevalente la presenza di impurità nel sangue che determina squilibrio dei Dosha nel sangue.

Lo studio riporta che, secondo l’Ayurveda, le principali Hetu (cause) di Darunaka sono: eccessiva esposizione al sole e ad ambienti caldi, assunzione eccessiva di cibi troppo gustosi e saporiti, eccessiva esposizione all’acqua fredda per lungo tempo, esposizione a polvere-nebbia-fumo, sudorazione eccessiva, mancanza di abitudini igieniche, mancanza di oleazione dei capelli, cattiva qualità del sonno.

Caratteristiche cliniche di forfora sono Keshachyuti (caduta dei capelli), Kandu (sensazione di prurito sul cuoio capelluto),Twaksputana (fragilità della pelle), Daruna (secchezza e danneggiamento del cuoio capelluto, comparsa di squame bianche sul cuoio capelluto), Daha (sensazione di bruciore), Gaura (pesantezza), Toda (sensazione di pizzicore).

Poiché la forfora è inquadrata come Kshudraroga, la sua gestione rientra Kshudraroga Chikitsa, e coinvolge tutti i Dosha ma prevalentemente Pitta e Vata che interagiscono nell’accumulare impurezze (Ama) nei tessuti profondi del cuoio capelluto come risulta molto evidente nei quadri più impegnativi.

A seguito della contaminazione dei tessuti profondi ad opera di Vata-Pitta Dosha si ha un danneggiamento del cuoio capelluto sul quale affioreranno maggiori quantità di cellule morte causando la forfora.

La visione biomedica occidentale del problema della forfora trova molti punti in comune con quella tradizionale ayurvedica anche se, tra le cause della forfora, indica anche la presenza delle specie micotiche Malassezia furfur e/o Malassezia globosa che sono due lieviti normalmente presenti sulla cute, ma che possono prolificare ad esempio in presenza di iperproduzione di sebo anche modulata dall’effetto degli ormoni androgeni (testosterone) oppure in situazioni di stress oppure anche per reazioni della pelle a sostanze chimiche. In occidente il problema della forfora colpisce maggiormente il sesso maschile, prevalentemente tra i 12 e i 40 anni di età, mentre è più rara negli anziani e una strategia di prevenzione risulta vincente negli individui predisposti. Sulla base quindi delle evidenze delle possibili cause del problema si raccomanderebbe di adottare una dieta ricca di sostanze antiossidanti (frutta e verdura) ed evitare un’assunzione eccessiva di grassi. Risulta inoltre utile un’integrazione a base di acidi grassi polinsaturi. Tra i fenomeni che possono creare irritazione locale e provocare desquamazione vengono individuati anche l’eccessiva sudorazione del cuoio capelluto, l’utilizzo intensivo di shampoo con tensioattivi aggressivi, di gel, schiume, lacche. Da evitare sarebbe inoltre l’utilizzo di asciugacapelli a temperature molto elevate e lavaggio del capo con acqua troppo calda.

In linea di principio bisognerebbe mantenere il più possibile la fisiologica condizione del capello e del cuoio capelluto evitando alterazioni del fisiologico pH.

Per il trattamento vengono raccomandati prodotti emollienti e lenitivi su base oleosa che facilitano il distacco delle squame e l’utilizzo di shampoo cheratoregolatori prevalentemente a base di ketoconazolo e climbazolo mentre nei casi più importanti vengono prescritti prodotti cortisonici per applicazione locale.

La linea di trattamento ayurvedica consiste nel regolare i domini di Pitta e Vata attraverso preparati erbali topici, dieta e gestione dello stile di vita insieme ai trattamenti Panchakarma. Alcune erbe specifiche possono essere somministrate anche oralmente per purificare il corpo dalle impurità digestive accumulate.

Secondo lo studio, così potrebbe essere strutturata la moderna gestione Ayurvedica della salute dei capelli e della forfora:

-Dieta

Cibi non piccanti, frutta fresca succosa, verdure cotte e verdure a foglia verde (prevalentemente con un gusto amaro) aiuteranno la salute dei capelli. Alcune prodotti stagionali come il fieno greco, la curcuma e il coriandolo, il cumino, il burro chiarificato, l’olio aiuteranno anche a purificare il tessuto adiposo e a rafforzare il tessuto osseo. Alimentarsi con cibo con un buon valore nutritivo e ricco di fibre, (insalate, frutta e lenticchie) aggiungendo anche il cocco. Si raccomanda inoltre una corretta assunzione di acqua e l’uso sempre di grassi salutari come il ghee in cucina.

-Panchakarma

Snehana (Massaggio): Il massaggio con olio caldo dei capelli e del cuoio capelluto, specialmente se fatto con oli medicati con erbe Keshya (nutrienti per i capelli), nutre i capelli e il cuoio capelluto, idrata il cuoio capelluto asciutto, migliora la circolazione sanguigna; questi interventi con oli aiuteranno a mantenere capelli lunghi, lucenti, forti, brillanti e robusti. Per queste preparazioni sono indicate infusioni in olio di sesamo o di cocco con erbe specifiche come Brahmi (Bacopa monnieri), Bhringaraj (Eclipta alba) Amalaki (Emblica officinalis) che aiutano a mantenere il colore e la lucentezza dei capelli.

-Nasya: Nasya è indicato in tutti gli Urdhawa Jatrugatvyadhi (disturbi/malattie della testa), l’olio medicato per Nasya migliorerebbe la condizione dei capelli.

-Yoga e esercizio fisico possono ridurre al minimo i livelli di stress.

– Applicazione di Taila medicati per capelli a base di erbe indicati per la salute dei capelli e per combattere la forfora come Brahmi Taila (con probabili effetti pro circolatori e trofici cellulari nel follicolo pilifero), Triphaladya Taila, etc.

– Assunzione di medicamenti naturali interni come: Triphala Rasayana (migliora l’immunità, purifica il sangue), Saptamritaloha (contiene liquirizia indiana e Triphala, utili per le malattie della pelle), etc..

A cura della direzione scientifica di Benefica